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luglio 2023
S. Benedetto patrono d’Europa

Oggi 11 luglio si celebra S. Benedetto patrono d’Europa fondatore dell’ordine benedettino e custode per molti secoli del nostro Eremo di San Michele alle Grottelle.

La figura di San Benedetto, infatti, compare nel terzo ciclo di affreschi che troviamo nella seconda grotta del santuario rupestre. Partendo da sinistra viene raffigurata Santa Caterina d’Alessandria martire con un ciclo di scene della sua vita.

Di questo terzo ciclo rimane intatta la figura di San Benedetto, e una Madonna con Bambino portata da Angeli, di forma rotonda, che lascia intravedere un profondo legame con quelle orientali di matrice greca. Tra i brandelli di affreschi è possibile individuare la figura di un Santo con un cielo stellato sullo sfondo e con parti di un Crocifisso.

L’insegnamento di San Benedetto, nato a Norcia intorno al 480 d. C., è una delle più potenti leve, dopo il declino della civiltà romana, per la nascita della cultura europea. È la premessa per la diffusione di centri di preghiera e di ospitalità.

Per San Gregorio è “un astro luminoso” in un’epoca segnata da una grave crisi di valori. A San Benedetto sono stati attribuiti molti miracoli ma il miracolo più duraturo del padre dell’ordine benedettino è la composizione della Regola, scritta intorno al 530 d.C. È un manuale, un codice di preghiera per la vita monastica. Lo stile, sin dalle prime parole, è familiare: Benedetto esorta i monaci a tendere “l’orecchio del cuore”, a “non disperare mai della misericordia di Dio”: “Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro, e tendi l’orecchio del tuo cuore; accogli di buon animo i consigli di un padre che ti vuole bene per ritornare con la fatica dell’obbedienza a Colui dal quale ti eri allontanato per l’accidia della disobbedienza”.

Preghiera e lavoro
“L’ozio – scrive San Benedetto nella Regola – è nemico dell’anima; è per questo che i fratelli devono, in determinate ore, dedicarsi al lavoro manuale, in altre invece, alla lettura dei libri contenenti la parola di Dio”. Preghiera e lavoro non sono in contrapposizione ma stabiliscono un rapporto simbiotico. Senza preghiera, non è possibile l’incontro con Dio. Ma la vita monastica, definita da Benedetto “una scuola del servizio del Signore”, non può prescindere dall’impegno concreto. Il lavoro è un’estensione della preghiera. “Il Signore – ci ricorda San Benedetto – attende che noi rispondiamo ogni giorno coi fatti ai suoi santi insegnamenti”.

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