Il progetto Padula sacra creato nel 2016 nasce dall’esigenza di unire le risorse ecclesiali costituite dal patrimonio materiale e immateriale presente sul territorio di Padula (Salerno). La città famosa nel mondo per la monumentale Certosa di San Lorenzo, patrimonio UNESCO, costruita nel 1306 da Tommaso Sanseverino, è ricca di elementi artistici e architettonici fatta di chiese strade, statue ed edicole votive realizzate anche in pietra locale che testimoniano 1100 anni di vita, dopo aver lasciato la città romana di Cosilinum. Non è possibile, quindi, trascurare il contesto nel quale il sito certosino è stato edificato e soprattutto trascurare due elementi fondamentali: la materia e lo spirito della Certosa.

L’ opera grandiosa edificata per l’ospitare i padri certosini è stata realizzata interamente in pietra di Padula, scavate nel grembo del paese e al tempo stesso la spiritualità che gli stessi certosini hanno vissuto per secoli, condizionando positivamente la Fede e il culto della città. Un esempio tra i tanti è la devozione certosina per l’Arcangelo Michele, testimoniata dalla cappella del Priore che rinnova in epoca medievale la consacrazione della città al patrono san Michele nell’anno 916 con l’edificazione della Chiesa Madre e rinnova il culto all’ Arcangelo ininterrottamente venerato nel santuario rupestre di San Michele alle Grottelle (IV secolo).

Questi elementi fondamentali vogliono delineare il presente progetto di valorizzazione di tutti i siti e di tutte le tradizioni locali, avendo a cuore tre siti: la Certosa, già valorizzata dal Polo museale di Napoli, il Santuario di san Michele alle Grottele, per il quale è in corso e la Chiesa Madre, che con la strategia Padula Sacra vuole mettere in rete e trasmetterle alle nuove generazioni e ai turisti che già numerosi affollano la Certosa dei musei civici la Bellezza di questa città.

Il progetto Padula Sacra si fonda su un’idea di comunità generativa di talenti che intende sia valorizzare gli elementi architettonici con l’ausilio delle nuove tecnologie, sia contrastare lo spopolamento del centro storico mediante un determinato e chiaro incentivo culturale sociale e aggregativo.

Attraverso l’attivazione dei circuiti istituzionali ecclesiali universitari e associativi e l’apporto di energie positive provenienti anche dalle “giovani” aziende, si dà vita ad un piano di Speranza dall’identità forte, condivisa e aperta: un percorso esperibile, sostenibile e generativo di ulteriori azioni di crescita.

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